Festa della liberazione dal nazi-fascismo
Il primo dovere di oggi è ricordare i caduti. Eppure non è solo nel sacrificio di sangue indelebilmente inscritto nella Guerra di Liberazione il valore del 25 aprile. Esso risiede soprattutto l’anelito di rinnovamento inscritto nella Resistenza. Gli uomini e le donne della Resistenza hanno saputo rifondare la Patria vilipesa dai vent’anni di fascismo e riscattare lo Stato di fronte al più ampio consesso internazionale. Con il loro patriottismo contro la prepotenza straniera e col senso di rivolta morale di fronte al fascismo e al disastro a cui Mussolini prima e Badoglio poi avevano condotto la nazione, i resistenti impressero un nuovo andamento alla storia d’Italia. Il 25 aprile festeggiamo, quindi, la scelta di quanti decisero di farsi carico di un destino comune, rischiando la propria vita per il futuro riscatto della Storia. Essi ci aprirono la strada alla libertà come possiamo festeggiarla oggi. Chi vuole raccontare la Storia – quella con la maiuscola, la vicenda collettiva dei popoli nel corso del tempo – deve riconoscersi come parte di essa. Festeggiamo 1.500 resistenti e tutti i resistenti d’Italia che combatterono con un cuore solo, per la Liberazione.