Alba De Cespedes. Pagine dal diario
18 ottobre 1943 - 19 novembre 1943
La guerra sconvolge e distrugge. La guerra costringe ad una regressione disumana della vita. Ma lì nel bosco, nelle masserie dei montanari, relazioni umane ricreano un senso di comunità inaspettato. La scrittrice italo-cubana Alba De Céspedes si rifugia dopo l'8 settembre per alcune settimane tra i contadini della Maiella e scrive con perizia letteraria il resoconto dei giorni trascorsi alla macchia, prima di passare le linee nemiche per procedere verso il Sud e diventare la voce di Clorinda su Radio Bari. La seguiremo giorno per giorno per vivere nel suo magistrale racconto la condizione dei tanti ribelli che trovarono rifugio nei molti boschi della Resistenza italiana.
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PODCAST 1 18 ottobre 1943. Nella pagina di diario si avverte la tensione palpabile mentre i protagonisti cercano disperatamente di scappare dai tedeschi. La narrazione è vivida, il senso di urgenza e di panico sono palpitanti: la fretta di vestirsi, la corsa concitata per le strade sassose, l’angoscia di essere catturati. L'attenzione ossessiva al rumore dei veicoli e il sollievo leggero delle notizie che giungono da Torricella enfatizzano il senso di precarietà nei lunghi tempi di attesa nel bosco, il Bosco “difesa”
PODCAST 2 19 ottobre 1943. Durante una retata, viene ucciso Donato Porreca, negoziante, padre di due bambini, che aveva cercato di fuggire. Apriva la lunga, tristissima serie delle vittime civili. Il suono delle campane a morto per Donato è il sottofondo del dolore straziante di un’intera comunità.
PODCAST 3 20 ottobre 1943. Il pericolo imminente, mentre Alba e il suo gruppo di rifugiati cercano disperatamente di scappare attraverso un ambiente ostile. La narrazione si alterna tra momenti di pura angoscia e riflessioni quasi surreali sulla propria condizione. Alba si ritrova a dubitare della realtà della situazione, come se non potesse credere che un’esperienza così estrema stesse accadendo a lei. I riferimenti alla giungla e ai racconti d’infanzia, insieme al contrasto tra il desiderio di sopravvivenza e la paura paralizzante, amplificano l’effetto di disorientamento e vulnerabilità. Sopra ogni altra sensazione prevale la straziante consapevolezza di dover fuggire come malviventi per l’unica colpa di “aver sognato il proprio paese libero e civile”.
PODCAST 4 21 ottobre 1943. Le piccole difficoltà quotidiane, come la mancanza di calze e sale, si sommano al disagio generale, aumentando il senso di precarietà. Il gesto di lavarsi al ruscello, una necessità fondamentale che diventa un lusso, e il fatto di studiare le posizioni sicure nel bosco, rivelano quanto la vita quotidiana sia dominata dalla costante minaccia della violenza. Gli alberi illuminati dal tramonto e i ciclamini che spuntano tra i ginepri offrono un contrasto quasi stridente con la gravità della situazione. L'immagine del raccogliere fiori, un gesto innocente e spensierato della giovinezza, sembra ora ad Alba fuori luogo e inadatto in un contesto in cui ogni scelta può fare la differenza tra la vita e la morte.
PODCAST 5 22 ottobre 1943. Domina ancora nelle pagine del diario di Alba il sentimento di frustrazione, di stanchezza e disillusione di chi è costretto a vivere in fuga e in attesa. La natura, con il suo silenzio e la sua pace, sembra essere l'unico conforto rimasto, ma non è sufficiente a mitigare il senso di impotenza e di attesa. La protagonista si sente umiliata nell'aspettare la libertà per mano degli inglesi, soldati stranieri...
PODCAST 6 24 ottobre 1943. Ancora oppressione, stanchezza e disperazione. La notte diventa il momento più difficile da affrontare, senza la possibilità di spegnere il buio con una semplice lampadina o di distrarsi con un libro, come si potrebbe fare in una città. Si affaccia Il pensiero di attraversare le linee che diventa un simbolo di speranza, ma anche una sfida alla percezione della propria forza interiore e delle dinamiche relazionali tra i membri del gruppo. I compagni maschi dubitano che Alba, una donna, possa attraversare le linee, ma questo giudizio la umilia e la motiva a dimostrare che potrebbe farcela, tanto quanto loro.
PODCAST 7 25 ottobre 1943. Un luogo remoto, un bosco tra piccoli paesi di Buonanotte, Torricella e Montenerodomo in Abruzzo, una zona apparentemente insignificante sulla mappa ma che è diventata il centro del mondo di Alba e della sua lotta per la sopravvivenza che scrive: “Sulla grande carta del mondo questo bosco è un granello di polvere e io sono una parte infinitesimale di esso. Eppure è qui che si decide tutto per me”.
PODCAST 8 28 ottobre 1943. Una delle pagine più intense e potenti di questo diario. Vi si trovano nazionalità e culture diverse, tutte unite da un'esperienza comune di sofferenza e resistenza. Nonostante la precarietà della situazione, la narrazione è intrisa di un senso di rinascita e di solidarietà che travalica ogni differenza: lingue, ideologie, paesi d'origine. In questo piccolo rifugio, si sta creando una nuova comunità basata su valori di fratellanza e di aiuto reciproco.
PODCAST 9 30 ottobre 1943. L’incontro profondamente toccante tra la narratrice e un giovane studente siciliano, accolto, rifocillato e invitato a restare. Il dettaglio delle sue gambe scarnite e livide, esposte sotto un cappotto rappezzato, evidenzia un senso di fragilità e vulnerabilità estremo. Nel vederlo allontanarsi la narratrice è già conscia che probabilmente non riceverà mai la cartolina che lui promette di mandarle andando incontro alla tragica inevitabilità del suo destino.
PODCAST 10 2 novembre 1943. Al centro del diario di oggi la figura di Domenico, un uomo che ha perso tutto: il suo negozio è stato devastato dai tedeschi, la sua famiglia vive in condizioni di estrema povertà, e persino il maiale – uno dei pochi beni preziosi che possiede – è stato portato via.
PODCAST 11 4 novembre 1943. Oggi domina il diario di Alba un sentimento di nostalgia: la mancanza di Roma, della famiglia e della casa, descritti non solo come luoghi fisici ma come ancore di un tempo più semplice e felice di vita. Gli oggetti di quella vita, come la Madonna comprata sul Lungarno e un libro trovato a Venezia, non sono solo souvenir, ma rappresentano la connessione affettiva con i momenti e le persone care. Ma c’è una notizia che Alba ascolta incredula: la ritirata tedesca che sembra imminente.
PODCAST 12 5 novembre 1943. La riflessione sul bosco diventa estremamente suggestiva e potente, quasi simbolica. Il bosco, che da rifugio e salvezza si trasforma in prigione e incubo, rappresenta perfettamente la condizione di chi, in guerra, si sente intrappolato tra il desiderio di sopravvivenza e la ricerca di una libertà autentica, che sembra sempre più lontana. Il bosco diventa uno specchio della coscienza, “ognuno di noi, dentro, è tutto ciò che rimane del nostro paese”, scrive Alba. E allora anche dal bosco Difesa si deve ad un certo punto uscire per conquistarsi il diritto alla pace e alla libertà!
PODCAST 13 11 novembre 1943. Il desiderio e la determinazione di attraversare le linee si fanno sempre più forti. Con un tono che lascia trasparire rabbia, sfida e forse anche disperazione Alba si mostra ormai decisa. La letteratura e le questioni culturali appaiono lontane e senza significato di fronte a una realtà così concreta e urgente: il passaggio delle linee e il calcolo dei rischi necessari. Un passaggio tanto pericoloso quanto essenziale.
PODCAST 14 13 novembre 1943. La fuga e la vita. Nel passaggio odierno si alternano e si misurano. La partenza è ormai imminente, ma davanti ad una nascita, tutto è rimandato, messo in attesa al cospetto di un’evento così importante nello scenario buio di interi paesi che sono dati alle fiamme dai tedeschi.
PODCAST 15 15 novembre 1943. Il passaggio odierno trasmette un senso di sfinimento e desolazione, quasi di resa. Ogni coraggio viene spezzato da allarmi e difficoltà quotidiane. La realtà sembra soffocare ogni speranza. La domanda finale racchiude il senso di perdita profonda: ritroverà mai Alba la sua casa, i suoi libri, e soprattutto, la vita che conosceva?
PODCAST 16 17 novembre 1943. Nella pagina di diario Alba riflette sul massacro compiuto dai tedeschi a Sant’Agata. Le giunge una notizia sbagliata: che gli uomini vengono brutalmente fucilati, mentre le donne sono risparmiate. Non sapendolo, la protagonista si sente umiliata dalla "salvezza" che le è concessa solo per il fatto di essere donna. Questa sensazione di “immunità” forzata la turba al punto che prende la decisione di non cercare scampo, ma di resistere con parole di sfida – "Abbasso la Germania, viva l’Italia" – affinché non le venga risparmiata la punizione riservata agli uomini.
PODCAST 17 18 novembre 1943. È il giorno fatidico: si lascia il bosco “difesa” per attraversare le linee.