Convegni

Un universo di cattività. I campi di prigionia in Italia

Tra il 1940 e il 1943 circa 70.000 soldati alleati furono prigionieri in Italia. Un’opinione molto diffusa in Gran Bretagna e negli Stati Uniti considerava allora, nel 1942, l’Italia altamente civile, in grado di trattare i detenuti in modo conforme alle normative internazionali. Si trattava di stereotipi, luoghi comuni, destinati ad infrangersi con la realtà. Nel “belpaese” non mancarono né i crimini né le angherie né le miserie di una tipica condizione concentrazionaria. Il testo della Insolvibile dimostra ancora una volta e con una forza tremenda il bluff del Regime, l'incapacità di far fronte alle disastrose condizioni di vita nel triennio 40-43, soprattutto rispetto alla dimensione della prigionia. Parleremo quindi di un “Universo in cattività”: dei campi presenti in Italia, della vita caratterizzata dalla fame e dal freddo, dalle malattie e dal lavoro, dalle proteste e le evasioni, tentate e realizzate. Perché 12 mila prigionieri alleati si diedero alla macchia passarono il fronte verso il sud, per ricongiungersi con le armate alleate, o si unirono ai partigiani partecipando alla Resistenza, spesso aiutati dalla popolazione. Dopo i saluti iniziali del Presidente, prof. Nicola Mattoscio, ne discuteranno i proff. Isabella Insolvibile e Costantino Di Sante. L'evento si terrà on line e sarà trasmesso esclusivamente in streaming su questa pagina, mercoledì 4 giugno a partire dalle ore 17. Come sempre, non mancate.

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