La libertà di stampa è tutto
Presentazione del volume dedicato a Mario Borsa
L’esperienza storica, politica e morale di un protagonista del giornalismo democratico del ‘900 sarà ricordata venerdì 1° aprile presso la Fondazione Pescarabruzzo alla presenza del Presidente, Nicola Mattoscio, della storica del giornalismo dell’Università di Cagliari, Laura Pisano, nonché di Raffaele Lorusso, Segretario della Federazione Nazionale Stampa Italiana e Andrea Moroni, Storico e archivista della Fondazione Corriere della Sera.
L’occasione è data dalla recente pubblicazione di un volume della storica abruzzese Alessandra De Nicola, edito per la collana Università dall’editore Rubbettino. Il testo porta alla luce la straordinaria biografia di Mario Borsa (1870-1952), un giornalista che in tutta la sua carriera, durata oltre un cinquantennio, ha saputo attraversare le cesure laceranti dell’Italia liberale, della dittatura e della Repubblica rimanendo fedele ad una concezione intransigente di giornalismo libero.
Alla libertà di espressione Borsa aveva sacrificato tutta una vita fatta di militanza politica ed impegno civile. Proveniente da una famiglia di fittavoli della Bassa pianura Lombarda aveva fatto le prime esperienze nel giornalismo come critico drammatico. Era passato alla politica entrando nell’organo della democrazia radicale milanese e italiana, “Il Secolo”. Qui rimase per oltre venticinque anni finché non fu costretto a dimettersi in seguito alla devastazione e fascistizzazione del giornale. Antifascista della prima ora, Borsa collaborò alle maggiori iniziative dell’opposizione legalitaria e clandestina. Strenuo assertore dell’indipendenza professionale, fu lui ad ispirare l’ultimo Congresso libero della F.N.S.I.. Nel 1925 pubblicò “Libertà di Stampa”, un excursus sulla libertà di espressione nei vari Paesi in cui l’autore dava esplicitamente del dittatore all’ex collega Benito Mussolini. Sorvegliato, diffidato, incarcerato a Vasto nel 1940 per le sue idee che lo rendevano “un Italiano pericoloso”, all’indomani della Liberazione Borsa fu chiamato alla direzione del Corriere della Sera da Ferruccio Parri e dal nascente Comitato di Liberazione Nazionale. La direzione di Borsa fu determinante per l’affermazione repubblicana nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946.
La libertà di stampa – diceva Borsa – forma un’opinione pubblica che “giudica, corregge ed eleva continuamente il costume politico”, per questo gli operatori della carta stampata hanno la responsabilità di un’industria specialissima che deve mirare all’interesse collettivo prima che al profitto.
L’analisi del discorso di Borsa nella sua valenza storica e d’attualità sarà coordinata dal Giornalista RAI, Antimo Amore