Avevo solo 14 anni. Il più giovane patriota della Brigata Maiella
Presentazione del volume di Ennio Pantaleo.
“Mio padre era un ferroviere socialista e durante gli anni del fascismo a Sulmona pagava la sua avversione al regime con discriminazioni che riguardavano anche noi altri della famiglia. Quando Sulmona fu liberata nella tarda primavera del 1944, e la guerra terminava in Abruzzo, per me la gioia fu solo momentanea: mio padre morì in agosto per le conseguenze di turni di lavoro massacranti cui era stato ripetutamente costretto dai fascisti. Avevo solo quattordici anni, diventavo improvvisamente il maschio a capo della famiglia, dentro di me c’erano rabbia e voglia di vendicare mio padre: così mi arruolai nella “Maiella” che proseguiva la sua guerra liberatrice oltre i confini dell’Abruzzo”. Questa la sintesi del volume di Ennio Pantaleo, il giovane passato dal desiderio di vendetta personale alla scoperta dell’amore per la Patria che animava i suoi commilitoni della "maiella" ai quali, per un breve periodo, riuscì anche a celare la sua giovanissima età (ai minorenni non era consentito l’arruolamento). Poi l’incontro con il comandante Ettore Troilo, gli incarichi presso diversi fronti di battaglia e presso il Comando della Maiella, la paura e il dolore della guerra, ma anche il ricordo commosso del sorriso e del coraggio di altri giovani e giovanissimi “maiellini” caduti in battaglia come il concittadino Oscar Fuà. “Rifarei tutto” conclude Pantaleo, con l’orgoglio di chi ha scelto di lottare a quattordici anni per un’Italia libera e democratica.